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Che Fine ha fatto la Scuola Educante?

La Scuola va fatta con Amore

In questo periodo difficile, voglio fare una riflessione sulla scuola e sugli insegnanti. Non è una riflessione legata a questa emergenza, quanto piuttosto un’osservazione legata al modo, sempre più dilagante, di fare scuola.

La scuola e gli insegnanti erano, un tempo, rispettati e stimati da tutti i rami della società. Questo avveniva perché gli insegnanti detenevano (e detengono) il sapere ed era di massima importanza che quel sapere fosse tramandato alle nuove generazioni.

Oggi, né la scuola né gli insegnanti godono più di quest’importanza quasi referenziale del passato. E, con il tempo, la scuola e gli insegnanti si sono adattati alla nuova società subendo una trasformazione.

Oggi la scuola, per la maggior parte degli alunni è un luogo dell’obbligo, un luogo dove bisogna andare e non dove si vuole andare. E’ un luogo che trasmette ansia al solo pensiero. La maggior parte dei bambini già alla scuola primaria non ne può più e, se potesse, smetterebbe di andare a scuola.

La scuola che dovrebbe aprire le menti, oggi le chiude. Le chiude nelle loro paure, trasmette loro ansia e angoscia cosicché si studia per paura di prendere un brutto voto e non per amore dello studio. Si studia, o ci si prova, per passare l’anno. Si studia perché c’è la verifica e se si prende un brutto voto poi va recuperato.
Non c’è l’amore per lo studio, non c’è la curiosità e se manca la curiosità, manca il fuoco. Quel fuoco che ti fa approfondire un argomento, una materia, che ti tiene sveglio fino alle 2, le 3 di notte perché non hai capito e vuoi assolutamente capire, non perché ci sarà una verifica, ma perché lo vuoi tu ed è una cosa maledettamente affascinante.

No, non c’è più questo amore per lo studio, non c’è più l’amore per lo studio. C’è solo paura, ansia e angoscia e questi sono nemici delle risorse cognitive, delle capacità di apprendere. Come si può apprendere se c’è la paura? Come potremo studiare in tranquillità se l’ansia ci offusca il cervello?

Perché è più importante il voto del sapere? Stiamo assistendo alla mera applicazione di protocolli di studio, ma senza l’umano, senza il sentimento e senza l’emozione. Ma come si può trasmettere qualcosa senza le emozioni?
La scuola senza emozioni è ancora scuola? L’insegnante ha il compito non solo di spiegare, ma soprattutto di trasmettere amore per lo studio, di instillare la curiosità e di spingere i ragazzi a cercare, ad avere sete di conoscenza.

Ma come si può?
Gli insegnanti sono schiacciati tra ritmi serrati da dover rispettare, risultati da portare avanti, obiettivi da raggiungere e classi molto, troppo numerose…dov’è lo spazio per trasmettere amore per lo studio?

La scuola non è più Educante. Educare significa trarre fuori, condurre, ma noi dove stiamo conducendo questi ragazzi? Cosa stiamo tirando fuori da loro?
Allora iniziamo a chiederci cosa vogliamo tirare fuori da loro, cosa vogliamo dargli noi: ansia e paura della scuola o amore e curiosità per lo studio? Dove li vogliamo condurre? verso la chiusura in se stessi perché non si ritrovano in un mondo che pretende da loro la perfezione dandogli ansia in cambio o vogliamo portarli verso la conoscenza? Verso l’immensa conoscenza e verso la travolgente magia del sapere?

Le interrogazioni e le verifiche non devono essere fatte con l’intento di mettere in difficoltà, ma con lo scopo di capire se hanno capito e se hanno nuove idee.
I bambini e i ragazzi non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere (Plutarco). Non soffochiamoli con ansia e paura, ma diamogli modo di brillare.

Curiosità

L’importanza di vivere una gravidanza e un parto sereni

Ripercussioni sul bambino e sulla mamma

L'importanza di vivere una gravidanza e un parto sereni

Quando una coppia decide di allargarsi e di aggiungere una piccola creatura alla loro famiglia, è sempre un momento meraviglioso. I sentimenti che iniziano a susseguirsi sono molteplici e cambieranno di giorno in giorno.
La gravidanza è un periodo unico per la donna, per l’uomo (sì, anche per lui!) e per il bambino. Si passa da momenti di gioia a momenti di ansia e di paura, si vive sul chi va là e ci si abbandona a immaginarsi come sarà quel piccolo esserino che ha vissuto con noi e dentro di noi per 9 mesi. Ci si immagina come reagirà, come reagiremo noi e se saremo in grado di capire cosa vuole dirci e se saremo bravi a sintonizzarci sui suoi bisogni per dargli quello di cui ha bisogno.

Se da una parte, la gravidanza può essere vissuta come un momento magico, sicuramente, dall’altra parte, cela stanchezza, spossatezza, paure, cambio del ritmo sonno-veglia e della digestione. Il corpo si trasforma, gli organi si spostano per fare spazio al piccolo, il baricentro si sposta in avanti e i ritmi rallentano.

In ogni caso è importante cercare, il più possibile, di vivere una gravidanza e, successivamente, un parto sereni.
Molte mamme in gravidanza cercano di lavorare fino all’ultimo e si continuano a occupare di molti aspetti della vita come prima. Bisogna però tenere a mente che dentro di noi si sta sviluppando una piccola creatura, la mamma diventa fisicamente lo spazio entro cui quel corpo cresce, struttura i suoi organi interni, il naso, la bocca, i capelli, …ed è influenzato da quello che accade intorno a lui e alla sua mamma.

Vivere una Gravidanza e un Parto Sereni è Importante

La componente affettiva (gioia, paura, ….) e quella biologica (secrezione ormonale) si interfacciano costantemente. Infatti, emozioni di tenerezza permettono il rilascio di determinati ormoni come l’ossitocina. Al contrario, emozioni di preoccupazione e tensione provocano il rilascio di altri ormoni come il cortisolo.

Questo avviene in tutti noi e prolungati periodi di stress, possono avere ripercussioni importanti sul nostro organismo. A maggior ragione se questo avviene in una donna incinta poiché il bambino vive dentro di lei e la sua crescita e la struttura di sè sono influenzati da quello che la mamma prova e vive.

Ricordiamoci poi che proprio durante la vita intrauterina il bambino inizia ad apprendere e a sviluppare la memoria. Una giusta stimolazione porta ad uno sviluppo armonioso del sistema nervoso centrale. Al contrario, una stimolazione non corretta, può portare a vari danni. Ad esempio se, verso fine della gravidanza, la donna permane per diverso tempo in un ambiente molto rumoroso, possono esserci ripercussioni sull’udito del feto.

Inoltre, lo stato emotivo della mamma in gravidanza, influenza la crescita del feto ed è quindi fondamentale prendersi cura dello stato emotivo della madre. Tutto ciò che di bello e positivo vive la madre, andrà a vantaggio del bambino.

Anche durante il parto la donna secerne ormoni. Può secernere ormoni come l’ossitocina che favorisce il legame di attaccamento ed è l’ormone che viene secreto in momenti di tenerezza, oppure, se sottoposta a forte stress, può secernere cortisolo. È quindi fondamentale per la mamma e per il suo bambino che essa viva un periodo di endogestazione il più possibile lontano dagli stress e dalle preoccupazioni e che si prepari al parto al meglio.

Di massima importanza è che la famiglia sia a conoscenza del funzionamento del parto, di quello che accade alla mamma e al bambino, come avviene e cosa può accadere. È importante che sappiano le ripercussioni che eventuali farmaci somministrati durante il travaglio possono avere sul bambino (effetti transitori). Questo permette ai genitori, soprattutto alla madre, di prepararsi mentalmente e fisicamente al momento del parto, prendendo decisioni ponderate e pensate. Ciò aiuterà la donna a visualizzare prima il parto e tutti i possibili scenari, aiuterà l’uomo a sapere come aiutare la sua compagna in modo che viva un’esperienza il meno ansiogena possibile.

Concludendo, possiamo affermare che vivere una gravidanza e un parto sereni, lontani da stress e preoccupazioni eccessive, così come una buona stimolazione del feto, hanno buone ripercussioni sullo sviluppo del bambino.

Questo breve articolo ha il solo obiettivo di sensibilizzare all’ importanza del vissuto della mamma in gravidanza. Di seguito la sitografia e la bibliografia per approfondire la tematica:

https://www.tuttosteopatia.it/osteopedia/la-vita-in-utero
Bortolotti A. (2010), E se poi prende il vizio? Il Leone Verde, Torino
T.Berry Brazelton (2018), Il bambino da 0 a 3 anni. Bur Rizzoli, Milano

Curiosità

Cosa vuoi Fare da Grande? Lo Youtuber

Capire gli Interessi dei Bambini per Proteggerli

bambini

A tutti noi, da bambini, è stata posta, almeno una volta, questa domanda: cosa vuoi fare da grande? C’era chi aveva già le idee chiare, chi non sapeva affatto cosa avrebbe combinato in futuro e chi era incerto. Anche oggi viene posta questa domanda ai bambini e ai ragazzi e molti di loro rispondono con certezza lo/la youtuber.
E’ una nuova professione molto ammirata da bambini e ragazzi.
Non c’è da spaventarsi se un bambino ci risponde di voler diventare uno youtuber, i sogni sono sogni e non vanno distrutti. Anzi, è necessario aiutarlo a realizzarli.

Nell’ultimo decennio circa, youtube ha visto una crescita esponenziale di persone che creano un proprio canale dove pubblicano le proprie idee, le proprie avventure, dove fanno tutorial, insegnano, spiegano e chi più ne ha, più ne metta.
Alcuni sono diretti ad un pubblico specializzato in un settore, altri sono più generici e altri ancora si rivolgono quasi esclusivamente ad un pubblico di bambini e adolescenti.

Ma Che Cosa attrae così tanto dello Youtuber?

Gli aspetti che attraggono del lavoro di youtuber sono molti. Intanto agli occhi dei bambini sono dei veri e propri idoli, persone da prendere ad esempio, e fanno ridere. Attraverso racconti, sfide, challenge e scherzi fanno ridere i bambini. Spesso si possono trovare delle somiglianze fra i diversi youtuber, ma ognuno ha la sua particolarità che attrae il pubblico giovanile. Gli youtuber più famosi poi, sono capaci di coinvolgerti nel proprio mondo e, allo stesso tempo di entrare nel tuo. Da una parte, infatti, molti video vengono girati negli spazi in cui vivono e trasmettono l’idea di affrontare insieme allo spettatore quella particolare avventura. Lo spettatore può inoltre commentare, dare consigli, fare domande e sentirsi così coinvolto nella loro vita. Dall’altra parte, alcuni youtuber, così come i personaggi di film o cartoni, sviluppano del merchandising che entra poi a far parte della quotidianità dei bambini.

Cosa c’è di Male nel voler fare lo Youtuber?

Ognuno ha la propria reazione quando si sente dire da grande voglio fare lo youtuber. C’è chi è contento, chi fa finta di niente, chi dice assolutamente no! E chi pensa sarà solo una fase.
In verità non c’è nulla di male nel voler fare lo youtuber da grande, quello che può essere dannoso però è quello che si nasconde dietro.
Mi spiego meglio. In un precedente articolo abbiamo affrontato l’importanza di spiegare sempre tutto ai bambini e anche questo caso, non fa eccezione.
I bambini sono, purtroppo, abituati a guardare i dispositivi elettronici fin da piccoli, nonostante sia la comunità dei pediatri, sia molti psicologi sconsiglino l’uso di tali dispositivi sotto i 2 anni di età e si raccomandino di utilizzarli molto poco negli anni successivi.
Questo ha ripercussioni molto importanti sul cervello, sulla mente e sulla socialità, ma questo argomento lo approfondiremo in altro articolo.

Quello che è fondamentale è spiegare ai bambini quello che stanno guardando, commentandolo insieme e aiutandoli a ragionarci su. Essere superficiali pensando tanto è un video per bambini, permette ai bambini di realizzare pensieri poco realistici su quanto stanno guardando.

Se un bambino adora un determinato youtuber, è obbligo morale del genitore informarsi su chi sia, su come sia riuscito a diventare famoso,…
Perché? Per spiegarlo al bambino e imparare a conoscere non solo il personaggio che la persona interpreta, ma anche la persona. Il rischio, infatti, è quello di confondere personaggio e persona. Alcune volte possono coincidere, ma non sempre. Dobbiamo ricordarci che non tutto quello che passa sui social è reale, molto è anche finzione e questo va spiegato ai bambini per far nascere in loro il seme del senso critico. Sì, anche da piccoli. Non tutto quello che dicono deve essere vero per forza, c’è una dimensione reale e una recitata e questo deve essere chiaro, anche ai bambini. Spesso, infatti, i bambini si fermano alla seconda dimensione, imparando a memoria i video, ma senza sapere nulla di reale sui loro personaggi preferiti. Ricordiamo che molti bambini che guardano questi video hanno meno di 5 anni e il rischio che scambino finzione per realtà è molto alto.

I Possibili Rischi…

E’ dunque compito di un genitore, approfondire insieme chi siano e come siano arrivati al successo. Molti ragazzi preadolescenti, non tutti, hanno poco chiaro come sia realmente il lavoro da youtuber. Alcuni sono ben informati e sono consapevoli che il successo non sia immediato e neanche da dare per scontato e che sia necessario impegnarsi e studiare perché sono pochi quelli che sono riusciti a diventare famosi senza aiuto alcuno e senza aver approfondito gli aspetti del marketing, della recitazione, del montaggio video ecc. Molti altri bambini e preadolescenti, però, sono convinti che fare lo youtuber sia facile: basta fare qualcosa davanti ad una telecamera e voilà, la celebrità e il successo sono serviti.

Sappiamo bene che non è così così semplice e il rischio è quello di scontrarsi amaramente contro la realtà. Inoltre, in molti video compaiono bambini, bambine, ragazzi come co-protagonisti di un adulto o direttamente come protagonisti principali. Tralasciando (per il momento, perché sarà oggetto di altri articoli) il fatto che alcuni di questi bambini sono molto piccoli e il rischio di strumentalizzazione è molto alta, c’è un altro messaggio che passa: si può essere youtuber anche adesso che si è bambini. Quindi il sogno “da grande voglio fare lo youtuber“, sembra molto più vicino nel tempo e molto più facilmente realizzabile.

Il rischio che si passi dal gioco del fare finta a volerci provare davvero, quindi voler cercare l’attenzione di una telecamera può essere breve. E’ vero, quando qualcuno dice “da grande voglio fare il maestro“, non ci preoccupiamo che lo scontro con la realtà sia così duro. Questo perché anche i bambini sanno che non possono diventarlo da un giorno all’altro, nel loro sogno c’è già la dimensione dell’attesa. Nel frattempo possono giocare a fare finta di e non esserlo davvero. Al contrario, in alcuni bambini o ragazzi può nascere il desiderio di tentare immediatamente di diventare youtuber, senza passare dalla fase del fare finta. Questo può sembrare una banalità, ma non lo è.
Un rischio può essere quello di tentare di realizzare il sogno all’insaputa dei genitori (tanto ormai la maggior parte di bambini e ragazzi ha un cellulare o un tablet con connessione ad internet). Questo comporta, prima di tutto, la pubblicazione online di contenuti sensibili e lo scontro con la realtà.

Cosa Fare? Consigli Pratici

Come accennato all’inizio dell’articolo, non bisogna distruggere un sogno, ma essere consapevoli e rendere consapevoli. La tecnologia negli ultimi 10 anni ha fatto passi da gigante e, parlo per me, spesso non riusciamo neanche a starle dietro. Alle volte si fa in tempo a capire un nuovo social, un nuovo cellulare, che ne esce subito un altro. Ecco perché dobbiamo fare attenzione, essere molto consapevoli di cosa guardino i nostri figli e di cosa significhi essere uno youtuber. E’ molto importante capirlo per poterlo spiegare ai bambini, il rischio è che i bambini guardino programmi non adatti a loro o che comprendano un messaggio sbagliato. La colpa non è dello strumento, ma di chi lo usa. E’ molto importante quindi conoscere tutte le ripercussioni per guidare i bambini e i ragazzi.

Passiamo ai consigli pratici. Una volta che ci siamo informati su chi siano e cosa facciano gli idoli dei bambini, si può guardare con loro i video e commentarli. Non perché i bambini o i ragazzi non capiscano la storia, ma è importante per spiegare i retroscena, i motivi e renderli osservatori attivi e non passivi. Si può spiegare loro cosa sta dietro ad essere uno youtuber, quali possono essere gli aspetti positivi, ma anche gli aspetti negativi: parte della vita privata può andare in rete, spesso dietro ad uno youtuber ci sono squadre di professionisti (cameramen, registi, videomaker, …), quindi nella maggior parte dei casi studiare è un passo da fare ugualmente, è un settore molto competitivo, è necessario essere sempre al passo con i tempi, anzi meglio se si riesce a precederli. Insisto su questo punto perché il pubblico che guarda i video sono anche bambini di 2-3 anni e lasciarli in balia dello schermo può avere conseguenze importanti.

Concludendo, quello che si dice per i dispositivi elettronici, vale anche in questo caso: il problema non sono loro, ma il modo in cui li usiamo. E’ necessario stare sempre vicino ai bambini e ai ragazzi e sapere quali siano le loro aspirazioni senza denigrarle, ma al contrario studiandole per fornire informazioni aggiuntive e permettere loro di pensare in modo critico e attivo.

Curiosità

Donne e Covid-19

Essere Donne ai Tempi del Coronavirus

Essere Donne ai Tempi del Coronavirus, in realtà, questo articolo si sarebbe potuto intitolare semplicemente Essere Donne. Ho voluto specificare ai tempi del coronavirus, perché credo che questa pandemia abbia messo in luce, ancora di più, quale sia la condizione della donna nella nostra società.
Non voglio addentrarmi nello sconfinato mondo degli stereotipi e dei pregiudizi che già pesano sulle spalle delle donne. Vorrei, però, portare a riflettere su quale o, più propriamente, su quali siano i ruoli che la donna deve ricoprire.

La donna deve…anzi no. La Società si aspetta che la donna sia moglie fedele, madre devota, che sappia occuparsi della casa, della famiglia e, infine, che sia una lavoratrice.
Si sa e lo sanno bene anche gli uomini, la donna ha molte responsabilità e deve gestire sia le dinamiche lavorative, sia quelle familiari e domestiche. La cura dei figli, la gestione della casa (cucinare, sistemare, pulire,…) e il lavoro.

I più estremi diranno che non è poi così complicato e che, in fondo, è sempre stato così perché le donne sanno fare quelle cose, gli uomini non sono portati. Ed ecco che gli uomini forti e capaci si nascondo dietro un non so fare, non sono portato. Se ci soffermiamo a pensarci è davvero ridicolo che certi uomini si ritengano così sagaci e così intelligenti, ma non sappiano fare il letto o il bucato…eppure basta imparare…

Non vuole, tuttavia, essere un articolo di parte per mettere in ombra una parte piuttosto che un’altra. No, vuole essere un articolo di riflessione, quindi…riflettiamo insieme.
Le famiglie, durante questa pandemia, si sono trovate da un giorno all’altro ad avere i figli a casa e la conseguente necessità di trovare qualcuno che stesse con loro, che li aiutasse a fare i compi e a seguire le lezioni online, per i fortunati che le avevano. Questo peso è gravato, per la maggior parte delle famiglie, sulle donne.
Alcune donne hanno continuato a lavorare normalmente, forse anche più di prima, altre non hanno potuto proseguire il proprio lavoro, altre ancora hanno continuato a lavorare, ma in smart working aggiungendo la necessità di organizzare la casa, i figli e gli spazi. Dovendo gestire pranzi, cene, discussioni e litigi dati dalla stretta convivenza, sentimenti contrastanti, emozioni in divenire e cercando sempre di infondere sicurezza e serenità.

I rischi…

Il rischio di sovraccarico di responsabilità e di lavoro cui molte donne sono state sottoposte, non è da sottovalutare.
I rischi di questo sovraccarico sono molti, come molte sono le ripercussioni che si possono avere sia sulla donna, sia sulla famiglia che su tutta la società.
Il rischio di cadere in depressione perché non si regge più il carico, perché non si vede una via d’uscita, il rischio di perdere contatto con se stessi, di alienarsi perché i pensieri e le mansioni sono troppe. La sensazione di non farcela più, non da sole. La sensazione di essere costantemente sopraffatte da tutti i doveri, arrivare a sera stanche, distrutte avendo un po’ paura del giorno dopo ce la farò? Per quanto?

Ecco, non va sottovalutata questa dinamica. Le ripercussioni sulla persona possono essere devastanti e il rischio più alto è che non si riesca a chiedere aiuto. Che ci si senta intrappolati in un vortice senza fine, senza vedere una via d’uscita, andando avanti giorno dopo giorno. E’ necessario invece pensare a politiche attive che vadano incontro alle donne e al carico che devono sopportare e supportare ogni giorno. Carico che, per la maggior parte di noi, si è appesantito quasi fino a schiacciarci.

Questa è già stata una dura, durissima sfida per le famiglie e per le donne in primis che, come anticipato prima, nella maggior parte dei casi, si occupano anche della gestione della casa e dei figli.

In questa fase 2, si prospetta un’ulteriore sfida per le famiglie in generale, ma per le donne in particolare. Se i bambini e i ragazzi non torneranno a scuola, uno dei due genitori dovrà necessariamente rinunciare al proprio lavoro e chi sarà?
Se i bambini torneranno a scuola mezza giornata o a giorni alterni, chi starà a casa dal lavoro?

Alcuni potranno pensare che stia esagerando, ma non è così. La nostra società pensa a uomini e donne in maniera differente, caricando la donna di più responsabilità, dando meno possibilità lavorative e costringendola, spesso, a scegliere fra carriera e famiglia. Ancora più spesso guardandola come un avvoltoio se sceglie la carriera a scapito della famiglia.
Fino a che non iniziamo a pensare alla famiglia, qualsiasi tipologia di famiglia, come formata da due adulti entrambi UGUALMENTE responsabili dei figli e della casa, non troveremo mai misure giuste per sostenere le famiglie e per alleggerire questa disparità.
Iniziamo a pensare anche all’uomo come co-responsabile della famiglia, non inteso meramente come colui che mantiene la famiglia, ma come qualcosa di più.

Le famiglie hanno bisogno di misure che vadano incontro alla famiglia tutta. Che si permetta anche all’uomo di fare lavoro part-time per occuparsi dei figli, che i salari siano uguali e non più bassi per le donne.
Soltanto attraverso queste lenti riusciremo ad alleggerire le donne da questo carico che spesso può portare alla depressione con conseguenze enormi sulla propria vita e su quelle dei membri della famiglia. Soltanto attraverso queste lenti potremo permettere anche ai padri di godersi i figli e di partecipare più attivamente al loro sviluppo.

Se vogliamo uscirne bene, le misure per le famiglie devono essere pensate in modo totale, dando ad entrambi i genitori le stesse possibilità.

Progetti

Attività Estive 2020

Spazio Compiti Estate 2020 Forlì – Faenza

Servizi estate 2020

Se un anno fa ci avessero detto quello che sarebbe successo in questo periodo, molto probabilmente non vi avremmo creduto (ammetto che stento a crederlo ancora adesso).
Eppure è successo, abbiamo vissuto, e stiamo tutt’ora vivendo, un periodo di pandemia, con tutte le conseguenze che ne conseguono. Tante sono le domande che ci affliggono: come sarà il dopo? In che modo lavoreremo? Ci sarà ancora un lavoro? E come faccio a tornare al lavoro se i bambini sono a casa?

Queste problematiche che stanno assalendo tutti, sono particolarmente delicate per le mamme. Sappiamo infatti che l’occupazione femminile è minore di quella maschile, complice anche il fatto che i salari femminili sono più bassi, pertanto se uno dei due genitori deve restare a casa per occuparsi del figlio, nella maggioranza dei casi è la donna.
Non che gli uomini non lo vogliano fare, ma spesso la scelta si basa su un mero fatto economico.

…Si, ma….qual’è il succo del discorso?

Tutta questa introduzione per dire che è di massima importanza iniziare a pensare e immaginare un dopo quarantena. E’ fondamentale per i bambini, per gli adulti, per i genitori e per tutto l’assetto familiare. Una buona organizzazione dello spazio e del tempo, permette di arginare problemi e discussioni.

Attività Estive 2020

Per questo motivo vi presento una delle Attività Estive che propongo, sia a Forlì, sia a Faenza: lo Spazio Compiti.
Due incontri a settimana di 2 ore ciascuno. Gli incontri saranno organizzati in piccoli gruppi. Negli anni scorsi i gruppi arrivavano fino a 5 bambini, quest’anno, se sarà necessario, faremo gruppi più piccoli (anche da due bambini, aggiungendo ulteriori turni per dare modo a tutti di partecipare). Non sono ancora uscite le nuove linee da seguire per una riapertura in sicurezza, tuttavia garantisco che saranno rispettate al fine di fornire un servizio efficiente e sicuro per le famiglie e per i bambini.

Attività estive Ravenna
RAVENNA
FAENZA
FORLI’

Per Maggiori Informazioni su Costi e Organizzazione:
375.5435697

Curiosità

La Giusta Forma Mentis per affrontare la Quarantena

Quali Sensazioni viviamo ogni Giorno e come possiamo essere Positivi, nonostante le Difficoltà?

la giusta forma mentis per affrontare la quarantena

I giorni scorrono, uno dopo l’altro assomigliandosi sempre di più. Le giornate fuori sono meravigliose, il sole risplende e si sentono gli uccellini cantare. La voglia di uscire è più forte che mai. Ma come si fa a non farsi prendere dall’amarezza, dalla tristezza, dall’ansia e dalla paura?

Ci sono molti modi per affrontare situazioni difficili. Anche se sembra strano, dobbiamo capire bene che dipende da noi come decidiamo di affrontare le difficoltà e le paure. Possiamo quindi restare passivi e farci vivere dagli eventi, farci sopraffare dalla paura e dall’angoscia per il futuro, oppure possiamo vivere attivamente.

Se decidiamo di vivere passivamente, probabilmente ci sentiamo soffocare da tutta questa situazione. Ogni giorno è uguale al precedente, non distinguiamo più il sabato dal lunedì, cerchiamo di far passare il tempo pensando “finalmente è sera e un altro giorno se ne va”.
In questo caso è naturale che brutti pensieri e paure ci vengano a trovare perché trovano un terreno fertile per crescere. La paura e l’ansia si auto-alimentano e crescono sempre più.

Se invece decidiamo di vivere attivamente, ecco che le giornate hanno tutte un significato diverso. Distinguiamo bene un giorno dall’altro perché, nonostante una routine, riusciamo a trovare un’attività, un dettaglio che permette di distinguerli e, soprattutto, di apprezzare ogni singolo giorno.
Ecco che le paure e le angosce ci sono lo stesso, ma hanno meno forza. Ci permettono di riflettere su quanto stia avvenendo, ci permettono di preoccuparci per noi e per i nostri cari, ma in maniera salutare, senza divorarci e senza assumere il controllo di noi stessi. Siamo in grado di riflettere sulla nostra vita, su quello che vorremmo cambiare e, magari, iniziare a cambiarlo davvero.

Il modo in cui decidiamo di vivere questo periodo dipende da noi. Certamente ci saranno giorni più grigi di altri, ma sta a noi decidere se subire o se reagire.
Sta a noi scegliere chi essere, se essere paranoici, impauriti e arrabbiati col mondo, oppure se riflettere, aiutare e comprendere gli altri.

Oggi più che mai serve essere empatici e volersi bene, non solo verso gli altri, ma anche verso noi stessi. Dobbiamo volerci bene e questo significa anche non permettere a emozioni negative di pervaderci.
Abbiamo parlato qualche articolo fa di come sia importante avere una routine e di come possa aiutarci a superare questo periodo. Dobbiamo però anche credere in noi stessi e nella capacità di gestirci.

E’ necessario cambiare il modo di pensare, rigirare al positivo le affermazioni. Non siamo agli arresti domiciliari, siamo in casa perché questo ci permette di superare un momento difficile per tutto il mondo, stiamo in casa perché siamo al sicuro e restando a casa proteggiamo noi e i nostri cari. Dobbiamo passare dal pensare in maniera individualistica ed egoistica a pensare in maniera altruistica. Non pensiamo sono chiuso in casa, proprio adesso che ci sono delle belle giornate; sono chiuso in casa a Pasqua e a pasquetta,… Pensiamo piuttosto che stare in casa serve per proteggere noi e gli altri. Altri che possono essere sconosciuti, ma anche amici e persone care. Pensiamo quanto sia bello vedere il sole, anche solo dalla finestra. Pensiamo che siamo noi, attivamente e coscientemente a voler restare a casa perché questo è un gesto di altruismo e più riusciamo a stare a casa, prima torneremo a sentire il sole sul nostro viso e prima torneremo a vedere il mondo.

So che può sembrare un filosofeggiare, ma il potere del pensiero è forte e prima lo capiamo, prima possiamo trasformare le nostre sensazioni e il nostro vissuto da negativo in positivo e contagiare di pensieri positivi anche gli altri.

Progetti

SERVIZI A DISTANZA

Servizi a Distanza dedicati a Bambini, Ragazzi e Genitori

…Nonostante le Difficoltà è Importante continuare a prenderci cura della nostra Famiglia…

Vengono offerte 4 differenti tipologie di servizi tutti a DISTANZA
(NON necessitano di supervisione genitoriale):

Potenziamento Cognitivo a Distanza

1. POTENZIAMENTO COGNITIVO:
utile per migliorare alcune abilità non ancora del tutto sviluppate o più deboli come attenzione, memoria di lavoro, orientamento visuo-spaziale, aggiornamento in memoria di lavoro, ragionamento strategico,…
Queste abilità sono FONDAMENTALI sia per la vita quotidiana, sia per gli apprendimenti scolastici (lettura, scrittura e matematica).


Laboratorio Creativo a Distanza

2.LABORATORIO CREATIVO:
un’ora di tempo in cui i bambini svolgono diverse attività ludicosportive e creative volte a migliorare gli aspetti intellettivi e cognitivi sotto-forma di gioco e divertimento. Quest’ora per i bambini, può significare anche un’ora di pausa per i genitori poiché questa attività NON necessita della supervisione dei genitori.


Aiuto Compiti

3.AIUTO COMPITI: incontri di due ore in cui bambini o ragazzi vengono aiutati a svolgere i propri compiti o a studiare. I bambini/ragazzi verranno seguiti e verrà impostato un metodo di studio basato sulle proprie competenze e abilità


Supporto e Sostegno Genitoriale

4.SUPPORTO E SOSTEGNO GENITORIALE: incontri di circa un’ora in cui il genitore o i genitori possono affrontare ansie e paure che questo periodo ci fa provare. Possono inoltre ricevere un aiuto per organizzare e gestire l’ambiente e le relazioni familiari.


Per Maggiori Informazioni
(senza impegno)
Compila il form o scrivi
(anche Whatsapp) a: 375.5435697


SERVIZI A DISTANZA

Curiosità

Vivere con Bambini in casa ai Tempi del Coronavirus

Sopravvivere alla reclusione forzata

Casa, Bambini e Coronavirus

Sono passati ormai 11 giorni dal dpcm del 9 Marzo. Da allora (per alcune regioni anche da prima) le misure restrittive chiedono alla maggior parte dei cittadini, bambini compresi, di restare a casa. Ogni giorno assistiamo ad un inasprimento delle restrizioni e questo si riflette su di noi, sulle nostre abitudini, sul nostro umore e sulle nostre relazioni.

I bambini e i ragazzi seguono le lezioni online e molti di loro hanno più compiti del solito. Non poter partecipare in maniera più attiva, soprattutto per tutti quei bambini e ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento e di concentrazione, può essere frustrante, demotivante e motivo di rabbia.

Molti genitori si sono ritrovati da un giorno all’altro ad avere i bambini a casa tutto il giorno. Questo ha significato diverse cose: organizzarsi per non lasciare i bambini a casa da soli e per permettere loro di seguire le lezioni online. Da non sottovalutare anche la convivenza 24 ore su 24 e tornare a dover aiutare i bambini nello svolgimento dei compiti. Molte famiglie si affidano, infatti, a doposcuola specializzati e i genitori si sono trovati, pertanto, a dover seguire, oltre che il proprio lavoro, anche i bambini e i compiti. Questo significa anche avere a che fare non solo con lezioni ed esercizi, ma anche con stanchezza, svogliatezza, difficoltà di concentrazione, delusione, frustrazione e rabbia per non riuscire a svolgere velocemente i compiti.

Questo accade in molte famiglie. Ce ne sono molte altre in cui invece entrambi i genitori lavorano e il tutto è molto più complicato. Altre in cui entrambi i genitori sono a casa e subentrano ansie, paure e tensioni difficili da gestire.

Come possiamo uscire da tutto questo?

La situazione non è semplice per nessuna famiglia, ognuna affronta questa situazione in modo differente, cercando di arrivare a sera (sperando che i bambini in questione dormano).

Chiaramente nessuno ha una soluzione semplice poiché ogni problema complesso richiede soluzioni articolate e, spesso, difficili da mettere in pratica tout court.

Vediamo però alcuni suggerimenti per cercare di uscire da questa giungla in cui non si vede neppure uno spiraglio di luce.

Se continuiamo ad arrancare cercando solo di arrivare a sera. Se, davanti al crepuscolo, pensiamo: “finalmente, un altro giorno sta per finire”. Se continuiamo a guardare l’orologio contando i minuti, ne usciremo a pezzi, con l’umore devastato e la personalità più fragile che mai.

Il consiglio che tutti danno è quello di essere positivi, ma non è facile.

Un consiglio che do io è quello di organizzarsi. Sì, organizzare le giornate. Spendere un pomeriggio tutti insieme, bambini compresi, per organizzare una routine per tutti, alternando momenti di gioco a momenti di relax e di studio.

…ognuno ha le proprie esigenze…

Ovviamente ogni famiglia, in base alle proprie esigenze e alle proprie possibilità, cercherà di sviluppare una routine propria. E’ anche possibile che venga buttata giù una routine che nella teoria è perfetta, ma poco applicabile nella pratica. E’ quindi importante avere la capacità di modificarla in base ai riscontri oggettivi. Sempre molto importante è coinvolgere i bambini in questo, in modo che abbiano un ruolo attivo. Questo da una parte li renderà più partecipi, dall’altra sarà una spinta motivazionale per rispettare la routine stessa.

Per definire la routine si parte da ciò che non può essere evitato: le lezioni o i compiti per i bambini e il lavoro per i genitori (in smart working). Decidere un momento della giornata dedicato a questo, ad esempio la mattina.
Nel pomeriggio cercare di alternare momenti di compiti a momenti di svago. Quindi programmare già a priori 2 o 3 pause durante lo studio. Pause in cui ci si può rilassare, fare merenda o svolgere un breve gioco. Ogni pausa non deve superare i 15’, altrimenti sarà poi difficile riprendere i compiti. Tenere un’attività molto piacevole per la fine completa dei compiti, in modo da spronare i bambini a finire il più velocemente possibile i compiti. Importante sono i momenti di pausa anche per i genitori. Cercare di suddividersi i carichi e le attività, in modo da avere ogni giorno almeno mezz’ora o un’ora da dedicare a sé, senza avere la preoccupazione di pensare ad altro.

Possono sembrare consigli banali, ma spesso sono proprio le cose che diamo per scontate ad essere importanti. E’ infatti possibile che abbiamo cercato di impostare le giornate fin da subito, ma lo abbiamo fatto in maniera frettolosa, senza tenere conto dei cambiamenti, dei bisogni dei genitori e di quelli dei bambini. Di vitale importanza, in questo periodo di stretta convivenza è quello di stabilire una routine condivisa da tutti i membri della famiglia. Essenziale è anche far capire l’importanza di uno spazio proprio, per ognuno. Pertanto i bambini avranno bisogno di un momento di svago e di gioco, così come i genitori avranno bisogno di un momento per pensare a sé e per rilassarsi. Ricordiamo che parlare e raccontare è molto importante e può dare più frutti di quelli che pensiamo.

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