Essere Donne ai Tempi del Coronavirus

Essere Donne ai Tempi del Coronavirus, in realtà, questo articolo si sarebbe potuto intitolare semplicemente Essere Donne. Ho voluto specificare ai tempi del coronavirus, perché credo che questa pandemia abbia messo in luce, ancora di più, quale sia la condizione della donna nella nostra società.
Non voglio addentrarmi nello sconfinato mondo degli stereotipi e dei pregiudizi che già pesano sulle spalle delle donne. Vorrei, però, portare a riflettere su quale o, più propriamente, su quali siano i ruoli che la donna deve ricoprire.
La donna deve…anzi no. La Società si aspetta che la donna sia moglie fedele, madre devota, che sappia occuparsi della casa, della famiglia e, infine, che sia una lavoratrice.
Si sa e lo sanno bene anche gli uomini, la donna ha molte responsabilità e deve gestire sia le dinamiche lavorative, sia quelle familiari e domestiche. La cura dei figli, la gestione della casa (cucinare, sistemare, pulire,…) e il lavoro.
I più estremi diranno che non è poi così complicato e che, in fondo, è sempre stato così perché le donne sanno fare quelle cose, gli uomini non sono portati. Ed ecco che gli uomini forti e capaci si nascondo dietro un non so fare, non sono portato. Se ci soffermiamo a pensarci è davvero ridicolo che certi uomini si ritengano così sagaci e così intelligenti, ma non sappiano fare il letto o il bucato…eppure basta imparare…
Non vuole, tuttavia, essere un articolo di parte per mettere in ombra una parte piuttosto che un’altra. No, vuole essere un articolo di riflessione, quindi…riflettiamo insieme.
Le famiglie, durante questa pandemia, si sono trovate da un giorno all’altro ad avere i figli a casa e la conseguente necessità di trovare qualcuno che stesse con loro, che li aiutasse a fare i compi e a seguire le lezioni online, per i fortunati che le avevano. Questo peso è gravato, per la maggior parte delle famiglie, sulle donne.
Alcune donne hanno continuato a lavorare normalmente, forse anche più di prima, altre non hanno potuto proseguire il proprio lavoro, altre ancora hanno continuato a lavorare, ma in smart working aggiungendo la necessità di organizzare la casa, i figli e gli spazi. Dovendo gestire pranzi, cene, discussioni e litigi dati dalla stretta convivenza, sentimenti contrastanti, emozioni in divenire e cercando sempre di infondere sicurezza e serenità.
I rischi…
Il rischio di sovraccarico di responsabilità e di lavoro cui molte donne sono state sottoposte, non è da sottovalutare.
I rischi di questo sovraccarico sono molti, come molte sono le ripercussioni che si possono avere sia sulla donna, sia sulla famiglia che su tutta la società.
Il rischio di cadere in depressione perché non si regge più il carico, perché non si vede una via d’uscita, il rischio di perdere contatto con se stessi, di alienarsi perché i pensieri e le mansioni sono troppe. La sensazione di non farcela più, non da sole. La sensazione di essere costantemente sopraffatte da tutti i doveri, arrivare a sera stanche, distrutte avendo un po’ paura del giorno dopo ce la farò? Per quanto?
Ecco, non va sottovalutata questa dinamica. Le ripercussioni sulla persona possono essere devastanti e il rischio più alto è che non si riesca a chiedere aiuto. Che ci si senta intrappolati in un vortice senza fine, senza vedere una via d’uscita, andando avanti giorno dopo giorno. E’ necessario invece pensare a politiche attive che vadano incontro alle donne e al carico che devono sopportare e supportare ogni giorno. Carico che, per la maggior parte di noi, si è appesantito quasi fino a schiacciarci.
Questa è già stata una dura, durissima sfida per le famiglie e per le donne in primis che, come anticipato prima, nella maggior parte dei casi, si occupano anche della gestione della casa e dei figli.
In questa fase 2, si prospetta un’ulteriore sfida per le famiglie in generale, ma per le donne in particolare. Se i bambini e i ragazzi non torneranno a scuola, uno dei due genitori dovrà necessariamente rinunciare al proprio lavoro e chi sarà?
Se i bambini torneranno a scuola mezza giornata o a giorni alterni, chi starà a casa dal lavoro?
Alcuni potranno pensare che stia esagerando, ma non è così. La nostra società pensa a uomini e donne in maniera differente, caricando la donna di più responsabilità, dando meno possibilità lavorative e costringendola, spesso, a scegliere fra carriera e famiglia. Ancora più spesso guardandola come un avvoltoio se sceglie la carriera a scapito della famiglia.
Fino a che non iniziamo a pensare alla famiglia, qualsiasi tipologia di famiglia, come formata da due adulti entrambi UGUALMENTE responsabili dei figli e della casa, non troveremo mai misure giuste per sostenere le famiglie e per alleggerire questa disparità.
Iniziamo a pensare anche all’uomo come co-responsabile della famiglia, non inteso meramente come colui che mantiene la famiglia, ma come qualcosa di più.
Le famiglie hanno bisogno di misure che vadano incontro alla famiglia tutta. Che si permetta anche all’uomo di fare lavoro part-time per occuparsi dei figli, che i salari siano uguali e non più bassi per le donne.
Soltanto attraverso queste lenti riusciremo ad alleggerire le donne da questo carico che spesso può portare alla depressione con conseguenze enormi sulla propria vita e su quelle dei membri della famiglia. Soltanto attraverso queste lenti potremo permettere anche ai padri di godersi i figli e di partecipare più attivamente al loro sviluppo.
Se vogliamo uscirne bene, le misure per le famiglie devono essere pensate in modo totale, dando ad entrambi i genitori le stesse possibilità.