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Dott.ssa Letizia Giribaldi Psicologa

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Famiglie – Bambini e Ragazzi – Adulti e Anziani – Forlì-Faenza-Ravenna

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Tag: #neuropsicologo

Curiosità

Invecchiamento Cognitivo come Affrontarlo

22 gennaio 202122 gennaio 2021 letiziagiribaldi

Come combattere i cambiamenti mentali legati all’età

invecchiamento cognitivo come affrontarlo

Invecchiamento cognitivo: che cos’é? Quando si presenta? Cosa posso fare per rallentarlo e vivere una vecchiaia serena?

L’età media della vita negli ultimi anni si è notevolmente alzata e le persone vivono più a lungo. Questo porta però con sé anche una riflessione sulla qualità della vita: viviamo più a lungo, ma come viviamo? Ognuno di noi, mano a mano che progredisce negli anni, inizia a porsi delle domande rispetto all’invecchiamento: come sarò? Sarò indipendente? Riuscirò a godermi una buona vecchiaia? 

Tutti questi dubbi sono assolutamente leciti, come è lecita la paura del futuro. 

Una delle paure che mi vengono maggiormente riportate rispetto all’invecchiamento riguarda l’aspetto mentale, ovvero la paura di perdere le abilità cognitive, come ad esempio, il non essere più in grado di ricordare i nomi o i volti delle persone care.

Ci sono diversi segnali che possono suggerire che il cervello sta iniziando ad affaticarsi e che avrebbe bisogno di esercizi di sostegno, segnali come:

  • mi stanco più facilmente rispetto a prima a svolgere un’attività
  • sono più lento a organizzarmi o a rispondere agli stimoli
  • faccio più fatica a concentrarmi
  • perdo il filo del discorso
  • faccio fatica a trovare nuove soluzioni ai problemi 
    (ad es. ho difficoltà se devo cambiare strada)
  • tendo a fare sempre le stesse cose perché non mi va di cambiare 
  • non mi ricordo bene alcuni episodi della mia vita
  • a volte non mi vengono le parole da dire
  • faccio più fatica a comprendere le metafore o le barzellette
  • faccio fatica a fare due cose insieme (cucinare e parlare con qualcuno)

Questi sono appunto alcuni dei segnali che ci indicano che il nostro cervello sta invecchiando.

È  quindi tutto perduto? Devo avere paura? 

Assolutamente NO!

L’invecchiamento è un processo naturale e porta con sé dei cambiamenti nel cervello, sia strutturali, sia funzionali (come quelli elencati sopra). 

Questo non significa che non si possa fare qualcosa.

È possibile aumentare la riserva cognitiva, ovvero le risorse che ci permettono di far fronte ai cambiamenti che subiamo. Più è ampia la riserva cognitiva, più ritardiamo la comparsa dei cambiamenti e ne riduciamo l’impatto sulla nostra vita quotidiana.

Quindi, il cervello invecchia però è possibile prendersene cura in anticipo per evitare una grande ripercussione sul nostro stile di vita. 

invecchiamento cognitivo come affrontarlo

Come posso prendermene cura?

Attraverso un potenziamento cognitivo mirato, basato sulle proprie abilità, sul proprio stile di vita, sul tempo e sull’impegno che si vuole dedicare a questo progetto.

Come funziona il potenziamento cognitivo?

Il potenziamento cognitivo viene svolto una volta a settimana con una persona formata che imposta il percorso in accordo con le esigenze e con gli obiettivi che vengono decisi insieme. Durante il potenziamento cognitivo si viene seguiti passo dopo passo, modificando la difficoltà degli esercizi in base ai miglioramenti che si ottengono, aumentando così il grado di difficoltà senza accorgersene.

Vuoi saperne di più? 

Chiama il 375 5435697 oppure manda una mail a letiziagiribaldineuropsicologa@gmail.com senza nessun impegno. Prenderemo un appuntamento conoscitivo e, se vorrai, inizieremo a lavorare insieme per prenderci cura del tuo futuro.

Se vuoi approfondire l’argomento, ti rimando ad un precedente articolo:

http://letiziagiribaldineuropsi.com/2020/02/21/stimolazione-cognitiva/

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Curiosità

L’importanza di una Valutazione Neuropsicologica Tempestiva

31 luglio 202015 gennaio 2021 letiziagiribaldi

Gestire le Difficoltà, Senza Subirle

Questo è stato senza dubbio un anno particolare. Come sempre, si inizia un nuovo anno con molte aspettative, con tanti progetti e ambizioni. Tutto ci saremmo aspettati, tranne una pandemia globale che ci ha costretto a fermarci per diverso tempo.
La scuola, in particolare, ha subito un cambiamento repentino. Da scuola in presenza a scuola a distanza con una didattica che variava, non solo da regione a regione, ma anche da istituto a istituto. Ci sono stati pertanto alunni che avevano lezioni ogni giorno, come fossero stati a scuola e altri con poche ore di lezione a settimana.

Ci sono state ripercussioni sui bambini, sui ragazzi e sulla loro formazione? Quali? Quante?

Sicuramente ci sono state molte ripercussioni sui ragazzi, anche sugli aspetti emotivi-motivazionali. Questi non vanno mai sottovalutati, specialmente in età così delicate come quelle dello sviluppo in cui a svilupparsi non sono soltanto la mente e il corpo, ma anche la capacità di relazionarsi con i pari.
Sicuramente si possono notare anche delle ripercussioni a livello di apprendimento in quanto si è assistito, come accennato prima, ad un cambiamento improvviso e inimmaginabile.
Se queste ripercussioni sono a breve termine o a lungo termine, ce lo dirà soltanto il tempo.

Cosa Possiamo fare Noi attivamente?

Da parte nostra, quello che possiamo fare è non perdere ulteriore tempo e non sottovalutare quanto accaduto. Muoversi in anticipo e impostare, laddove necessario, un percorso per colmare certi vuoti al fine di non esserne vittime.

Questo vale sia per i bambini e ragazzi, sia per gli adulti. Se ci accorgiamo che qualcosa non va, è sicuramente meglio agire nell’immediato per valutare se siano state preoccupazioni inutili oppure no e, nel secondo caso, iniziare un percorso per rinforzarci.

Pensiamo ai bambini e ai ragazzi: a settembre, molti di loro non vedranno l’ora di ripartire con la scuola normale, vedere i propri compagni di classe, i propri amici e gli insegnanti.
Ma pensiamo anche a tutti quei bambini e ragazzi che hanno qualche difficoltà nella lettura, nella scrittura, nel calcolo o a riuscire a comprendere bene le consegne. Magari alcuni di loro si trovano anche davanti al cambio di grado. Ecco, in loro sicuramente ci saranno sentimenti molto ambivalenti: se da una parte anche loro non vedranno l’ora di rientrare, dall’altra ci saranno ansia, la paura di non essere all’altezza e la paura del giudizio. Ma anche la preoccupazione della fatica che dovranno fare per riuscire ad andare bene a scuola, cosa che a molti altri compagni sembra venire con più semplicità.

Perché fare una Valutazione Neuropsicologica

Per loro e per tutti quei bambini e ragazzi che passano da un grado di scuola ad un altro e che avevano già alcune difficoltà in precedenza, può essere utile arrivare a inizio scuola con una valutazione neuropsicologica sugli apprendimenti e/o sull’attenzione nuova e completa.
Questo permette ai bambini e ragazzi di svolgerla quando sono ancora freschi di mente e permette loro di capire il motivo delle proprie difficoltà. Affrontare una valutazione neuropsicologica prima della scuola, permette anche di digerire la notizia e affrontare il nuovo anno sapendo come funziona il proprio apprendimento. Consente, inoltre, di fugare ogni dubbio e, magari, imparare un modo di apprendere più funzionale per loro. Un metodo funzionale permette di seguire con meno fatica, migliorando la sicurezza in se stessi e avendo più padronanza delle proprie capacità, senza subire sentimenti di disfatta che colpiscono (grandi e piccoli) quando lo sforzo è troppo superiore al risultato.

Questo inoltre sarà anche molto utile per i genitori e per gli insegnanti.

Per i genitori perché sapranno come aiutare il proprio figlio. Sapranno, infatti, quali sono i punti più fragili, ma anche i punti di forza, sapranno come supportarlo sia a livello emotivo, sia a livello pratico. Evitando superflui periodi di preoccupazione e di stress dati dal non sapere.
Per gli insegnanti è utile perché sapranno da subito come impostare il lavoro per tutta la classe, senza lasciare nessuno indietro ed evitando, anche in questo caso, dubbi e possibili periodi di stress e di tensione con il bambino e con la famiglia dati dal non sapere e dall’incertezza.

Essere a conoscenza prima delle possibili difficoltà o fragilità di un bambino o di un ragazzo, porta ad evitare per il bambino, per la famiglia e per l’insegnante, periodi di ignoto e di tensione. Permette anche di limitare la frustrazione derivata dallo sbilanciamento tra il forte impegno e i risultati che possono essere minori dell’aspettativa. Infine, ma non meno importante, offre la possibilità di porvi rimedio.

Infatti è assolutamente possibile vedere un miglioramento, ma questo a seguito di un percorso ben impostato. Inoltre, più è alto il livello di stress e di frustrazione, più è difficile riuscire a concentrarsi e vedere cambiamento nel breve periodo.
L’impegno, ma anche un basso livello di ansia influiscono positivamente sul potenziamento di attenzione e altri apprendimenti come lettura, scrittura e calcolo.

Per maggiori informazioni rispetto all’iter, cliccare qui

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Curiosità

Bambini (Im)Perfetti

1 novembre 201915 gennaio 2021 letiziagiribaldi
Bambino (im)perfetto
Photo by Pixabay on Pexels.com

Mio Figlio è (Im)Perfetto

La maggior parte dei genitori vorrebbe un bambino perfetto, un bambino ordinato, che sappia stare seduto composto a tavola, educato, che non urli mai, che dica per favore, grazie, un bambino che ami leggere, che non si sporchi, un bambino che prenda bei voti a scuola senza alcun aiuto. Insomma, un bambino perfetto, permettetemi di aggiungere un bambino finto.
E’ assolutamente giusto credere nei propri figli, cercare di mitigarne i difetti e mettere in risalto le loro potenzialità e i loro pregi. E’ più che condivisibile cercare di dare una buona e forte educazione, buone regole di comportamento dentro e fuori casa, ciò che non è condivisibile è cercare di avere un figlio perfetto.
E’ insito nell’essere umano sbagliare e i bambini non fanno eccezione. Deve essere permesso loro di sbagliare e, soprattutto, di sperimentarsi incapaci, sì incapaci. Sperimentarsi incapaci consente di capire i propri limiti e mettere tutti se stessi per cercare di superarli. I genitori devono chiaramente aiutare i propri figli, ma è necessario fare attenzione e non aiutarli troppo. Se notiamo che un bambino è vicino a raggiungere un obiettivo, dobbiamo astenerci dall’aiutarlo al fine di fargli provare una reale soddisfazione di aver raggiunto quell’obiettivo tutto da solo.

Non pretendere la perfezione dai propri figli, pur sempre credendo in loro, significa anche non caricare gli stessi di aspettative che possono finire per schiacciarli e portarli a vivere una vita di sacrifici, obiettivi che non vengono mai raggiunti poiché la ricerca della perfezione fa sì che l’asticella si sposti sempre in avanti non appena si raggiunge un obiettivo, senza lasciare il tempo di godersi pienamente quel raggiungimento.

Lo abbiamo detto tante volte, il mestiere del genitore è il mestiere più difficile al mondo e non è semplice riuscire a credere nelle potenzialità e nelle capacità dei figli, senza investirli di aspettative che, alle volte, possono pesare come pietre.
E’ di vitale importanza che i bambini sappiano accettare i propri fallimenti e che i genitori siano sempre affianco a loro quando questo accade. Il fallimento e gli errori fanno parte della vita di ognuno di noi e fanno parte anche della vita dei bambini. Sbagliare capita e dobbiamo imparare ad accettarlo come parte della vita stessa e i bambini devono farne esperienza.
Se questa esperienza non avviene, il rischio è quello di scontrarsi con la realtà durante l’adolescenza (o l’età adulta) e non avere abbastanza energie e strategie per farvi fronte.
E’ importante avere dei sogni e degli obiettivi a lungo termine, ma dobbiamo essere consapevoli che nel cammino troveremo molti ostacoli e che potremo inciampare, ma quello non sarà un fallimento assoluto, sarà parte del cammino che è la vita. Prima siamo in grado di pensare alla vita e agli errori in questi termini e prima riusciremo a non farci schiacciare dal peso dei sogni, dal peso delle aspettative, dagli errori e prima saremo in grado di far fronte alle difficoltà con il giusto atteggiamento.

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Curiosità

Diagnosi DSA

27 settembre 201927 settembre 2019 letiziagiribaldi

Chi può farla e Iter Diagnostico

Iter Diagnostico DSA

Quando un genitore ha il sospetto che le difficoltà riscontrate dal proprio figlio nello studio, siano legate a un disturbo dell’apprendimento, deve immediatamente rivolgersi a dei professionisti.

In Italia, la valutazione e l’eventuale diagnosi può essere effettuata solo da Psicologi che effettuino valutazioni neuropsicologiche o Medici, attraverso l’utilizzo di test standardizzati, seguendo apposite linee guida.
A seconda della Regione di appartenenza, l’iter diagnostico può essere intrapreso presso un’azienda della sanità pubblica, oppure presso un professionista privato che abbia competenza in materia.

In alcune regioni la valutazione e la diagnosi possono essere effettuate solo dall’ASL, in altre possono essere effettuate da professionisti privati e validate dall’ASL, in altre ancora possono essere effettuate solo dall’ASL o professionisti accreditati.
Per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, è possibile intraprendere l’iter sia all’ASL, sia presso un professionista. In alcuni casi poi, la scuola richiede che la certificazione sia validata dall’ASL (la validazione è molto veloce da ottenere).

Sia che venga fatta presso l’ASL, sia che venga fatta presso uno psicologo, la valutazione deve essere effettuata attraverso test standardizzati che indaghino le seguenti aree:

  • Intelligenza
  • Lettura
  • Comprensione
  • Scrittura
  • Matematica e Calcolo
  • Memoria e Attenzione

La valutazione viene effettuata, in genere, nell’arco di 4 incontri. La durata della valutazione dipende, ovviamente, anche dall’età e dalla capacità di concentrazione del bambino/ragazzo. Infatti se quest’ultimo risultasse molto stanco, è buona pratica interrompere la valutazione e fissare un nuovo appuntamento, per evitare che la stanchezza vada ad interferire con la valutazione degli apprendimenti.

Al termine della valutazione, lo psicologo corregge i test e redige una relazione, in cui annota e descrive i risultati e inserisce la diagnosi.
La diagnosi è strettamente legata ai risultati ottenuti durante la valutazione e deve seguire precisi criteri diagnostici.

I 4 incontri sono, in genere, così suddivisi:
1. Colloquio con uno o entrambi i genitori per la raccolta di informazioni;
2. Valutazione cognitiva;
3. Valutazione degli apprendimenti, memoria e attenzione;
4. Colloquio di restituzione con i genitori.

Quando si può fare Diagnosi

La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere effettuata alla fine del 2° anno di scuola Primaria, mentre la diagnosi di discalculia può essere effettuata a partire dalla fine del 3°anno della scuola Primaria.

Quando va Aggiornata la Diagnosi?

La valutazione e la conseguente diagnosi va rifatta ad ogni passaggio di grado.

legge170_10Download

Sitografia:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2012/08/18/12A09058/sg
https://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&datagu=2010-10-18&task=dettaglio&numgu=244&redaz=010G0192&tmstp=1288002517919

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Curiosità

Diagnosi e Test DSA

27 settembre 201915 gennaio 2021 letiziagiribaldi

Chi può farli e Iter Diagnostico

Diangosi e Test DSA

Quando un genitore ha il sospetto che le difficoltà riscontrate dal proprio figlio nello studio, siano legate a un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), deve immediatamente rivolgersi a dei professionisti.

In Italia, la valutazione e l’eventuale diagnosi di DSA può essere effettuata solo da Psicologi che effettuino valutazioni neuropsicologiche o Medici, attraverso l’utilizzo di test standardizzati, seguendo apposite linee guida.
A seconda della Regione di appartenenza, l‘iter diagnostico può essere intrapreso presso un’azienda della sanità pubblica, oppure presso un professionista privato che abbia competenza in materia.

In alcune regioni la valutazione e la diagnosi di DSA possono essere effettuate solo dall’ASL, in altre possono essere effettuate da professionisti privati e validate dall’ASL, in altre ancora possono essere effettuate solo dall’ASL o professionisti accreditati.
Per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, è possibile intraprendere l’iter sia all’AUSL, sia presso un professionista. In alcuni casi poi, la scuola richiede che la certificazione sia validata dall’AUSL (la validazione è molto veloce da ottenere).

Sia che venga fatta presso l’ASL, sia che venga fatta presso uno psicologo, la valutazione deve essere effettuata attraverso test standardizzati che indaghino le seguenti aree:

  • Intelligenza
  • Lettura
  • Comprensione
  • Scrittura
  • Matematica e Calcolo
  • Memoria e Attenzione

La valutazione viene effettuata, in genere, nell’arco di 4 incontri. La durata della valutazione dipende, ovviamente, anche dall’età e dalla capacità di concentrazione del bambino/ragazzo. Infatti se quest’ultimo risultasse molto stanco, è buona pratica interrompere la valutazione e fissare un nuovo appuntamento, per evitare che la stanchezza vada ad interferire con la valutazione degli apprendimenti.

Al termine della valutazione, lo psicologo corregge i test e redige una relazione, in cui annota e descrive i risultati e inserisce la diagnosi di DSA.
La diagnosi è strettamente legata ai risultati ottenuti durante la valutazione e deve seguire precisi criteri diagnostici.

I 4 incontri sono, in genere, così suddivisi:
1. Colloquio con uno o entrambi i genitori per la raccolta di informazioni;
2. Valutazione cognitiva;
3. Valutazione degli apprendimenti, memoria e attenzione;
4. Colloquio di restituzione con i genitori.

Quando si può fare Diagnosi di DSA

La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere effettuata alla fine del 2° anno di scuola Primaria, mentre la diagnosi di discalculia può essere effettuata a partire dalla fine del 3°anno della scuola Primaria.

Quando va Aggiornata la Diagnosi DSA?

La valutazione e la conseguente diagnosi va rifatta ad ogni passaggio di grado.

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Per Maggiori Informazioni sulle Valutazioni DSA

Sitografia:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2012/08/18/12A09058/sg
https://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&datagu=2010-10-18&task=dettaglio&numgu=244&redaz=010G0192&tmstp=1288002517919

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