Curiosità

L'importanza di Spiegare

Nascondere o Spiegare?

Madre figli
Photo by Josh Willink on Pexels.com

Noi adulti, occupati dal lavoro, dalla casa e dagli affetti, spesso dimentichiamo cosa significhi essere bambini e più spesso ancora tendiamo a pensare che ci siano argomenti non adatti ai bambini. Pensando questo, cerchiamo di nascondere, di evitare, di non dire, ma è un comportamento corretto? Davvero esistono argomenti tabù per i bambini oppure c’è solo bisogno di un impegno maggiore per spiegare alcuni concetti?

Un po’ perché sono piccoli, non capirebbero, non voglio spaventarli, sono così innocenti ed indifesi, un po’ spesso per mancanza di tempo e di energie mentali e fisiche, ma si tende a non raccontare ai propri figli che cosa accada ai genitori o che cosa stiano passando. Tuttavia dobbiamo ricordarci che i bambini sono spesso empatici con le figure di riferimento, che siano genitori, nonni, zii o amici e non riuscendo a dare una spiegazione a quello che vedono, sentono e percepiscono, possono iniziare a provare sentimenti di paura e incertezza.

Ma come si fa? Se i bambini sentono quello che proviamo anche se cerchiamo di nasconderlo, se percepiscono i nostri dubbi e le nostre insicurezze, come possiamo tranquillizzarli senza addossargli maggior carico emotivo?

La risposta è molto semplice: parlare. Dobbiamo parlare sempre ai nostri figli, dobbiamo metterli al corrente di quanto stia accadendo in casa, il perché mamma e papà discutono, perché l’aria è tesa in casa. Il non detto può far sorgere domande, dubbi, paure e sensi di colpa nei bambini che non riescono a trovare una spiegazione migliore a quanto stia accadendo.
Allora cerchiamo, con un linguaggio semplice, di spiegare loro che se mamma e papà discutono non è per colpa loro, ma perché si stavano confrontando su altro, oppure che la mamma è stanca a causa del lavoro , papà è nervoso perché ha discusso con un amico,…

Spiegare il perché di ogni cambiamento di umore, sentimento o emozione è fondamentale, anche e soprattutto quando i bambini sono piccoli proprio perché percepiscono qualcosa a cui non sanno dare un nome, che non riescono a gestire e si manifesta in loro come appunto un’emozione spiacevole che non sanno cosa sia e non sanno come reagire. Allora, oltre a spiegare il motivo di una risposta sgarbata tra i genitori o di una discussione o anche di un momento di stanchezza o tristezza, cerchiamo anche di spiegare al bambino cosa lui stia provando in quel momento: hai sentito discutere i genitori e ti sei sentito in colpa o ti senti triste? questo è normale, ma non ti devi preoccupare perché non è successo nulla di grave o ancora quello che provi è rabbia, paura,….

Lo so che è molto più semplice far finta di nulla e nascondere ai bambini i nostri problemi, ma loro li percepiscono e il rischio è che non siano in grado di gestirli e di digerirli da soli, sentendosi in difetto, magari spaventati e mettendo in atto strategie comportamentali non consone alla situazione.

Curiosità

L’importanza di Spiegare

Nascondere o Spiegare?

Madre figli
Photo by Josh Willink on Pexels.com

Noi adulti, occupati dal lavoro, dalla casa e dagli affetti, spesso dimentichiamo cosa significhi essere bambini e più spesso ancora tendiamo a pensare che ci siano argomenti non adatti ai bambini. Pensando questo, cerchiamo di nascondere, di evitare, di non dire, ma è un comportamento corretto? Davvero esistono argomenti tabù per i bambini oppure c’è solo bisogno di un impegno maggiore per spiegare alcuni concetti?

Un po’ perché “sono piccoli, non capirebbero, non voglio spaventarli” e un po’ per mancanza di tempo e di energie, si tende spesso a non raccontare ai bambini cosa sta succedendo. Tuttavia dobbiamo ricordarci che i bambini sono empatici con le figure di riferimento, siano essi genitori, nonni o zii , e non riuscendo a dare una spiegazione a quello che vedono, sentono e percepiscono, possono iniziare a provare sentimenti di paura e incertezza.

Ma come si fa?

Se i bambini sentono quello che proviamo anche se cerchiamo di nasconderlo, se percepiscono i nostri dubbi e le nostre insicurezze, come possiamo tranquillizzarli senza addossargli maggior carico emotivo?

La risposta è molto semplice: parlare. Dobbiamo parlare sempre ai nostri figli, bisogna metterli al corrente di quanto stia accadendo, spiegare perché mamma e papà discutono. Il non detto può far sorgere domande, dubbi, paure e sensi di colpa nei bambini. Questo accade perché non riescono a trovare una spiegazione migliore a quanto stia accadendo.
Allora cerchiamo, con un linguaggio semplice, di spiegare loro che se mamma e papà discutono non è per colpa loro, oppure che papà è nervoso perché ha discusso con un amico,…

Spiegare il perché di ogni cambiamento di umore, sentimento o emozione è fondamentale, anche e soprattutto quando i bambini sono piccoli. I bambini, infatti, percepiscono qualcosa a cui non sanno dare un nome. Non sapendo di cosa si tratta, non riescono a gestirlo e si manifesta in loro come un’emozione spiacevole e non sanno come reagire. Allora, oltre a spiegare il motivo di una risposta sgarbata tra i genitori o di una discussione o anche di un momento di stanchezza o tristezza, cerchiamo anche di spiegare al bambino cosa lui stia provando in quel momento: hai sentito discutere i genitori e ti sei sentito in colpa o ti senti triste? questo è normale, ma non ti devi preoccupare perché non è successo nulla di grave o ancora quello che provi è rabbia, paura,….

Lo so che è molto più semplice far finta di nulla e nascondere ai bambini i nostri problemi, ma loro li percepiscono. Il rischio è che non siano in grado di gestirli e di digerirli da soli. Questo può portare a farli sentire in difetto, magari spaventati e rischiano di mettere in atto strategie comportamentali non consone alla situazione.

Curiosità

Nonni di oggi

Egoismo o Salvaguardia di sé?

L’età della vita si è allungata ed ha portato con sé inevitabili cambiamenti, non solo ai diretti interessati, ma anche alle rispettive famiglie. Un tempo i nonni erano i custodi delle radici del passato, considerati i saggi della famiglia e trattati come tali. Ad essi si chiedevano consigli, si rispettavano le regole che essi avevano instaurato ed essi si curavano dei nipoti essendo NONNI prima di tutto.

Negli ultimi anni però si è avvertito un cambiamento strutturale: i nonni non sono più soltanto nonni.

Proprio così. L’età della vita si è allungata, così come l’età del pensionamento, per cui ci ritroviamo oggi con nonni che ancora lavorano e devono dividersi fra il lavoro, la propria famiglia e la famiglia dei figli.
Succede quindi che i nonni non siano più sempre disponibili, un po’ perché ancora lavorano, un po’ perché, sentono di avere e di voler vivere anche una loro vita. Una vita fatta di amici, di impegni e di relax. Come biasimarli?
Sono nonni giovani che, a tempo debito hanno fatto le proprie rinunce, i propri sacrifici da bravi genitori e adesso, che i figli sono grandi, desiderano avere meno pensieri.

Da qui potrebbe nascere un senso di sopraffazione nella giovane coppia genitoriale che sperava in un maggior aiuto da parte delle famiglie di origine.
Va tuttavia superata tale emozione ricordando che i nonni non nascono nonni, ma prima persone, poi coppia, poi genitori ed infine nonni. Questo significa che essi hanno bisogni, sogni e necessità e vanno rispettate.
L’età della vita si è allungata e la terza età è vissuta, sempre più, come una seconda chance per prendersi del tempo per se stessi, per i propri interessi, per viaggiare e per essere felici. Una volta superati i doveri dell’età adulta, i nonni sentono di essersi (giustamente) guadagnati il diritto di pensare a sé prima che agli altri. La loro età adulta delle rinunce e dei doveri si è conclusa e possono, e devono, raccoglierne i frutti.
Tutto ciò può lasciare un senso di sgomento nelle giovani coppie che si trovano proprio allora nell’età adulta dove i doveri e le rinunce alle volte sembrano infiniti.
Va tutta via rispettato il tempo e il volere dei nonni, senza imporre loro ulteriori sacrifici. Cercando di vederli non più solo come genitori e nonni con dei doveri, ma come persone con propri bisogni e sogni.

Per molti nonni è difficile dire NO ai propri figli, ma è giusto riuscire a trovare la forza di farlo. E’ giusto capire fino a dove le proprie energie arrivano e saperle gestire, pena l’esaurirsi delle stesse. Si sa, lo stress è dannoso per il nostro organismo e meno ne abbiamo, meglio è. L’esposizione continua allo stress, determina una diminuzione del livello di funzionamento biologico dell’organismo. Nel corso del tempo situazioni fortemente stressanti, possono comportare il deterioramento dei tessuti somatici, portando anche ad un deterioramento del sistema immunitario (questo tipo di stress patologico viene chiamato distress).
Ecco allora che, se nell’età adulta siamo in grado di sopportare un carico di stress maggiore, nella terza età il carico di stress che riusciamo a sopportare è molto più basso e le conseguenze possono riflettersi sul fisico e sulla mente. E’ pertanto molto importante sapersi prendere il tempo per se stessi, saper dire NO senza paura di ferire, senza paura di fare un torto. Non si tratta di egoismo, ma di salvaguardare se stessi nell’interesse anche della famiglia. Si tratta di raccogliere i frutti, finalmente, di una vita (sarebbe un peccato lasciarli andare a male).
Con questo non voglio dire che i nonni non devono aiutare nella gestione dei nipoti, ma che devono salvaguardarsi e devono essere salvaguardati dai propri figli, attenti a non sottoporli ad un carico eccessivo ricordando che essi hanno meno energie rispetto a loro.

L’età della vita si è allungata portando con sé notevoli cambiamenti, alcuni dei quali aspettati, altri del tutto inaspettati. Quello che possiamo fare è accogliere i cambiamenti, giacché fermare un cambiamento è impossibile e dannoso, e cercare di trarre benefici da essi. Rivalutare e ricalibrare le nostre vite nel rispetto degli altri, al fine che tutti possano vivere in un clima più sereno, lontano dallo stress.

Bibliografia:

McCabe, P.M., Schneiderman, N., Field, T., e Wellens, A.R. (Eds). (2000). Stress, coping, and cardiovascular disease. Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum.
Pruneti, Carlo. (2010). Stress e disturbi dell’integrazione mente corpo.