Curiosità

Cosa vuoi Fare da Grande? Lo Youtuber

Capire gli Interessi dei Bambini per Proteggerli

bambini

A tutti noi, da bambini, è stata posta, almeno una volta, questa domanda: cosa vuoi fare da grande? C’era chi aveva già le idee chiare, chi non sapeva affatto cosa avrebbe combinato in futuro e chi era incerto. Anche oggi viene posta questa domanda ai bambini e ai ragazzi e molti di loro rispondono con certezza lo/la youtuber.
E’ una nuova professione molto ammirata da bambini e ragazzi.
Non c’è da spaventarsi se un bambino ci risponde di voler diventare uno youtuber, i sogni sono sogni e non vanno distrutti. Anzi, è necessario aiutarlo a realizzarli.

Nell’ultimo decennio circa, youtube ha visto una crescita esponenziale di persone che creano un proprio canale dove pubblicano le proprie idee, le proprie avventure, dove fanno tutorial, insegnano, spiegano e chi più ne ha, più ne metta.
Alcuni sono diretti ad un pubblico specializzato in un settore, altri sono più generici e altri ancora si rivolgono quasi esclusivamente ad un pubblico di bambini e adolescenti.

Ma Che Cosa attrae così tanto dello Youtuber?

Gli aspetti che attraggono del lavoro di youtuber sono molti. Intanto agli occhi dei bambini sono dei veri e propri idoli, persone da prendere ad esempio, e fanno ridere. Attraverso racconti, sfide, challenge e scherzi fanno ridere i bambini. Spesso si possono trovare delle somiglianze fra i diversi youtuber, ma ognuno ha la sua particolarità che attrae il pubblico giovanile. Gli youtuber più famosi poi, sono capaci di coinvolgerti nel proprio mondo e, allo stesso tempo di entrare nel tuo. Da una parte, infatti, molti video vengono girati negli spazi in cui vivono e trasmettono l’idea di affrontare insieme allo spettatore quella particolare avventura. Lo spettatore può inoltre commentare, dare consigli, fare domande e sentirsi così coinvolto nella loro vita. Dall’altra parte, alcuni youtuber, così come i personaggi di film o cartoni, sviluppano del merchandising che entra poi a far parte della quotidianità dei bambini.

Cosa c’è di Male nel voler fare lo Youtuber?

Ognuno ha la propria reazione quando si sente dire da grande voglio fare lo youtuber. C’è chi è contento, chi fa finta di niente, chi dice assolutamente no! E chi pensa sarà solo una fase.
In verità non c’è nulla di male nel voler fare lo youtuber da grande, quello che può essere dannoso però è quello che si nasconde dietro.
Mi spiego meglio. In un precedente articolo abbiamo affrontato l’importanza di spiegare sempre tutto ai bambini e anche questo caso, non fa eccezione.
I bambini sono, purtroppo, abituati a guardare i dispositivi elettronici fin da piccoli, nonostante sia la comunità dei pediatri, sia molti psicologi sconsiglino l’uso di tali dispositivi sotto i 2 anni di età e si raccomandino di utilizzarli molto poco negli anni successivi.
Questo ha ripercussioni molto importanti sul cervello, sulla mente e sulla socialità, ma questo argomento lo approfondiremo in altro articolo.

Quello che è fondamentale è spiegare ai bambini quello che stanno guardando, commentandolo insieme e aiutandoli a ragionarci su. Essere superficiali pensando tanto è un video per bambini, permette ai bambini di realizzare pensieri poco realistici su quanto stanno guardando.

Se un bambino adora un determinato youtuber, è obbligo morale del genitore informarsi su chi sia, su come sia riuscito a diventare famoso,…
Perché? Per spiegarlo al bambino e imparare a conoscere non solo il personaggio che la persona interpreta, ma anche la persona. Il rischio, infatti, è quello di confondere personaggio e persona. Alcune volte possono coincidere, ma non sempre. Dobbiamo ricordarci che non tutto quello che passa sui social è reale, molto è anche finzione e questo va spiegato ai bambini per far nascere in loro il seme del senso critico. Sì, anche da piccoli. Non tutto quello che dicono deve essere vero per forza, c’è una dimensione reale e una recitata e questo deve essere chiaro, anche ai bambini. Spesso, infatti, i bambini si fermano alla seconda dimensione, imparando a memoria i video, ma senza sapere nulla di reale sui loro personaggi preferiti. Ricordiamo che molti bambini che guardano questi video hanno meno di 5 anni e il rischio che scambino finzione per realtà è molto alto.

I Possibili Rischi…

E’ dunque compito di un genitore, approfondire insieme chi siano e come siano arrivati al successo. Molti ragazzi preadolescenti, non tutti, hanno poco chiaro come sia realmente il lavoro da youtuber. Alcuni sono ben informati e sono consapevoli che il successo non sia immediato e neanche da dare per scontato e che sia necessario impegnarsi e studiare perché sono pochi quelli che sono riusciti a diventare famosi senza aiuto alcuno e senza aver approfondito gli aspetti del marketing, della recitazione, del montaggio video ecc. Molti altri bambini e preadolescenti, però, sono convinti che fare lo youtuber sia facile: basta fare qualcosa davanti ad una telecamera e voilà, la celebrità e il successo sono serviti.

Sappiamo bene che non è così così semplice e il rischio è quello di scontrarsi amaramente contro la realtà. Inoltre, in molti video compaiono bambini, bambine, ragazzi come co-protagonisti di un adulto o direttamente come protagonisti principali. Tralasciando (per il momento, perché sarà oggetto di altri articoli) il fatto che alcuni di questi bambini sono molto piccoli e il rischio di strumentalizzazione è molto alta, c’è un altro messaggio che passa: si può essere youtuber anche adesso che si è bambini. Quindi il sogno “da grande voglio fare lo youtuber“, sembra molto più vicino nel tempo e molto più facilmente realizzabile.

Il rischio che si passi dal gioco del fare finta a volerci provare davvero, quindi voler cercare l’attenzione di una telecamera può essere breve. E’ vero, quando qualcuno dice “da grande voglio fare il maestro“, non ci preoccupiamo che lo scontro con la realtà sia così duro. Questo perché anche i bambini sanno che non possono diventarlo da un giorno all’altro, nel loro sogno c’è già la dimensione dell’attesa. Nel frattempo possono giocare a fare finta di e non esserlo davvero. Al contrario, in alcuni bambini o ragazzi può nascere il desiderio di tentare immediatamente di diventare youtuber, senza passare dalla fase del fare finta. Questo può sembrare una banalità, ma non lo è.
Un rischio può essere quello di tentare di realizzare il sogno all’insaputa dei genitori (tanto ormai la maggior parte di bambini e ragazzi ha un cellulare o un tablet con connessione ad internet). Questo comporta, prima di tutto, la pubblicazione online di contenuti sensibili e lo scontro con la realtà.

Cosa Fare? Consigli Pratici

Come accennato all’inizio dell’articolo, non bisogna distruggere un sogno, ma essere consapevoli e rendere consapevoli. La tecnologia negli ultimi 10 anni ha fatto passi da gigante e, parlo per me, spesso non riusciamo neanche a starle dietro. Alle volte si fa in tempo a capire un nuovo social, un nuovo cellulare, che ne esce subito un altro. Ecco perché dobbiamo fare attenzione, essere molto consapevoli di cosa guardino i nostri figli e di cosa significhi essere uno youtuber. E’ molto importante capirlo per poterlo spiegare ai bambini, il rischio è che i bambini guardino programmi non adatti a loro o che comprendano un messaggio sbagliato. La colpa non è dello strumento, ma di chi lo usa. E’ molto importante quindi conoscere tutte le ripercussioni per guidare i bambini e i ragazzi.

Passiamo ai consigli pratici. Una volta che ci siamo informati su chi siano e cosa facciano gli idoli dei bambini, si può guardare con loro i video e commentarli. Non perché i bambini o i ragazzi non capiscano la storia, ma è importante per spiegare i retroscena, i motivi e renderli osservatori attivi e non passivi. Si può spiegare loro cosa sta dietro ad essere uno youtuber, quali possono essere gli aspetti positivi, ma anche gli aspetti negativi: parte della vita privata può andare in rete, spesso dietro ad uno youtuber ci sono squadre di professionisti (cameramen, registi, videomaker, …), quindi nella maggior parte dei casi studiare è un passo da fare ugualmente, è un settore molto competitivo, è necessario essere sempre al passo con i tempi, anzi meglio se si riesce a precederli. Insisto su questo punto perché il pubblico che guarda i video sono anche bambini di 2-3 anni e lasciarli in balia dello schermo può avere conseguenze importanti.

Concludendo, quello che si dice per i dispositivi elettronici, vale anche in questo caso: il problema non sono loro, ma il modo in cui li usiamo. E’ necessario stare sempre vicino ai bambini e ai ragazzi e sapere quali siano le loro aspirazioni senza denigrarle, ma al contrario studiandole per fornire informazioni aggiuntive e permettere loro di pensare in modo critico e attivo.

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L'importanza della Responsabilità…anche nei Bambini

E’ possibile insegnare ai Bambini ad essere Responsabili?

Bambini e Responsabilità

Responsabilità significa essere responsabili, sapersi assumere le conseguenze delle proprie decisioni. Non tutti sono capaci ad essere responsabili e non tutti comprendono l’importanza di esserlo. Si ritiene inoltre, il più delle volte, che spetti agli adulti essere responsabili e che i bambini non siano in grado di esserlo realmente, poiché concetto difficile da spiegare, da far passare e, ancor di più, da agire.

Ci sono concetti più semplici e altri più complessi da insegnare ma, in entrambi i casi, non è semplice. Spesso si tende a delegare a quando sarà grande, alcuni insegnamenti perché ritenuti inadatti o troppo complessi per i bambini, salvo poi ritrovarsi giovani adolescenti che fanno fatica a rapportarsi in maniera matura con il mondo. Può essere il caso della responsabilità. Essere responsabili dovrebbe essere una caratteristica di tutti gli adulti, ma ricordiamoci che tutti gli adulti sono stati bambini e gli insegnamenti di concetti profondi, come questo, possono e devono iniziare in tenera età.

Come si può spiegare ai bambini cosa significa essere responsabili e, ancor di più, come far sì che essi stessi lo siano?

Il primo aspetto, al di là della spiegazione verbale su cosa significhi essere responsabile, è sicuramente l’esempio. Lo ribadiamo spesso, l’esempio è più importante delle parole per i bambini. Cosicché se noi adulti ci comportiamo in maniera responsabile, accettando le conseguenze delle nostre decisioni, i bambini impareranno da sé cosa significhi.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, è consigliabile far provare loro cosa voglia dire essere responsabili. Più precisamente, far comprendere l’importanza di prendere una decisione e mantenerla per un tempo abbastanza lungo. Un esempio può essere quello della scelta dello sport. Oggigiorno vediamo bambini cambiare 7 sport in un anno, perché non si divertono, perché i compagni non sono simpatici, perché l’insegnante è severo, perché si stanca troppo,…
E’ sicuramente importante far provare diversi sport e far scegliere al bambino quello che preferisce, ma è altrettanto importante spiegare che, una volta presa una decisione, quella deve essere mantenuta non certo per sempre, ma almeno per quell’anno.
Le motivazioni sono molte, da una parte il rispetto per l’insegnante, dall’altro quello per i compagni che contano l’uno sull’altro e, non ultimo, imparare proprio cosa significhi prendere una decisione ed essere in grado di mantenerla. Viene da sé che il bambino non debba essere lasciato solo nella scelta, ma è necessario prendersi un po’ di tempo per ponderare insieme quali siano gli aspetti positivi e quali quelli negativi per poi giungere ad una conclusione pensata e cosciente.
Quello dello sport è soltanto un esempio, se ne potrebbero fare tanti altri come i percorsi presso un professionista (sia esso psicologo, logopedista, psicomotricista ecc,…), corsi estivi, corsi per imparare una lingua, …

L’obiettivo non è quello di obbligare i bambini a svolgere un’attività che non piace loro, quanto piuttosto a insegnare, con l’esempio diretto, cosa significhi assumersi le proprie responsabilità, nel piccolo dello sport così come nel mondo della scuola e in quello extrascolastico.
Imparare fin da piccoli cosa significhi assumersi la responsabilità aiuterà in futuro sia a prendere le decisioni ponderando bene ogni aspetto, sia a impegnarsi realmente e con dedizione in un ambito specifico, sia esso uno sport o la scuola, sia un ambito divertente che piace molto, sia un ambito meno divertente ma assolutamente importante come la scuola.

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Nonni di oggi

Egoismo o Salvaguardia di sé?

L’età della vita si è allungata ed ha portato con sé inevitabili cambiamenti, non solo ai diretti interessati, ma anche alle rispettive famiglie. Un tempo i nonni erano i custodi delle radici del passato, considerati i saggi della famiglia e trattati come tali. Ad essi si chiedevano consigli, si rispettavano le regole che essi avevano instaurato ed essi si curavano dei nipoti essendo NONNI prima di tutto.

Negli ultimi anni però si è avvertito un cambiamento strutturale: i nonni non sono più soltanto nonni.

Proprio così. L’età della vita si è allungata, così come l’età del pensionamento, per cui ci ritroviamo oggi con nonni che ancora lavorano e devono dividersi fra il lavoro, la propria famiglia e la famiglia dei figli.
Succede quindi che i nonni non siano più sempre disponibili, un po’ perché ancora lavorano, un po’ perché, sentono di avere e di voler vivere anche una loro vita. Una vita fatta di amici, di impegni e di relax. Come biasimarli?
Sono nonni giovani che, a tempo debito hanno fatto le proprie rinunce, i propri sacrifici da bravi genitori e adesso, che i figli sono grandi, desiderano avere meno pensieri.

Da qui potrebbe nascere un senso di sopraffazione nella giovane coppia genitoriale che sperava in un maggior aiuto da parte delle famiglie di origine.
Va tuttavia superata tale emozione ricordando che i nonni non nascono nonni, ma prima persone, poi coppia, poi genitori ed infine nonni. Questo significa che essi hanno bisogni, sogni e necessità e vanno rispettate.
L’età della vita si è allungata e la terza età è vissuta, sempre più, come una seconda chance per prendersi del tempo per se stessi, per i propri interessi, per viaggiare e per essere felici. Una volta superati i doveri dell’età adulta, i nonni sentono di essersi (giustamente) guadagnati il diritto di pensare a sé prima che agli altri. La loro età adulta delle rinunce e dei doveri si è conclusa e possono, e devono, raccoglierne i frutti.
Tutto ciò può lasciare un senso di sgomento nelle giovani coppie che si trovano proprio allora nell’età adulta dove i doveri e le rinunce alle volte sembrano infiniti.
Va tutta via rispettato il tempo e il volere dei nonni, senza imporre loro ulteriori sacrifici. Cercando di vederli non più solo come genitori e nonni con dei doveri, ma come persone con propri bisogni e sogni.

Per molti nonni è difficile dire NO ai propri figli, ma è giusto riuscire a trovare la forza di farlo. E’ giusto capire fino a dove le proprie energie arrivano e saperle gestire, pena l’esaurirsi delle stesse. Si sa, lo stress è dannoso per il nostro organismo e meno ne abbiamo, meglio è. L’esposizione continua allo stress, determina una diminuzione del livello di funzionamento biologico dell’organismo. Nel corso del tempo situazioni fortemente stressanti, possono comportare il deterioramento dei tessuti somatici, portando anche ad un deterioramento del sistema immunitario (questo tipo di stress patologico viene chiamato distress).
Ecco allora che, se nell’età adulta siamo in grado di sopportare un carico di stress maggiore, nella terza età il carico di stress che riusciamo a sopportare è molto più basso e le conseguenze possono riflettersi sul fisico e sulla mente. E’ pertanto molto importante sapersi prendere il tempo per se stessi, saper dire NO senza paura di ferire, senza paura di fare un torto. Non si tratta di egoismo, ma di salvaguardare se stessi nell’interesse anche della famiglia. Si tratta di raccogliere i frutti, finalmente, di una vita (sarebbe un peccato lasciarli andare a male).
Con questo non voglio dire che i nonni non devono aiutare nella gestione dei nipoti, ma che devono salvaguardarsi e devono essere salvaguardati dai propri figli, attenti a non sottoporli ad un carico eccessivo ricordando che essi hanno meno energie rispetto a loro.

L’età della vita si è allungata portando con sé notevoli cambiamenti, alcuni dei quali aspettati, altri del tutto inaspettati. Quello che possiamo fare è accogliere i cambiamenti, giacché fermare un cambiamento è impossibile e dannoso, e cercare di trarre benefici da essi. Rivalutare e ricalibrare le nostre vite nel rispetto degli altri, al fine che tutti possano vivere in un clima più sereno, lontano dallo stress.

Bibliografia:

McCabe, P.M., Schneiderman, N., Field, T., e Wellens, A.R. (Eds). (2000). Stress, coping, and cardiovascular disease. Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum.
Pruneti, Carlo. (2010). Stress e disturbi dell’integrazione mente corpo.