Curiosità

L'importanza della Responsabilità…anche nei Bambini

E’ possibile insegnare ai Bambini ad essere Responsabili?

Bambini e Responsabilità

Responsabilità significa essere responsabili, sapersi assumere le conseguenze delle proprie decisioni. Non tutti sono capaci ad essere responsabili e non tutti comprendono l’importanza di esserlo. Si ritiene inoltre, il più delle volte, che spetti agli adulti essere responsabili e che i bambini non siano in grado di esserlo realmente, poiché concetto difficile da spiegare, da far passare e, ancor di più, da agire.

Ci sono concetti più semplici e altri più complessi da insegnare ma, in entrambi i casi, non è semplice. Spesso si tende a delegare a quando sarà grande, alcuni insegnamenti perché ritenuti inadatti o troppo complessi per i bambini, salvo poi ritrovarsi giovani adolescenti che fanno fatica a rapportarsi in maniera matura con il mondo. Può essere il caso della responsabilità. Essere responsabili dovrebbe essere una caratteristica di tutti gli adulti, ma ricordiamoci che tutti gli adulti sono stati bambini e gli insegnamenti di concetti profondi, come questo, possono e devono iniziare in tenera età.

Come si può spiegare ai bambini cosa significa essere responsabili e, ancor di più, come far sì che essi stessi lo siano?

Il primo aspetto, al di là della spiegazione verbale su cosa significhi essere responsabile, è sicuramente l’esempio. Lo ribadiamo spesso, l’esempio è più importante delle parole per i bambini. Cosicché se noi adulti ci comportiamo in maniera responsabile, accettando le conseguenze delle nostre decisioni, i bambini impareranno da sé cosa significhi.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, è consigliabile far provare loro cosa voglia dire essere responsabili. Più precisamente, far comprendere l’importanza di prendere una decisione e mantenerla per un tempo abbastanza lungo. Un esempio può essere quello della scelta dello sport. Oggigiorno vediamo bambini cambiare 7 sport in un anno, perché non si divertono, perché i compagni non sono simpatici, perché l’insegnante è severo, perché si stanca troppo,…
E’ sicuramente importante far provare diversi sport e far scegliere al bambino quello che preferisce, ma è altrettanto importante spiegare che, una volta presa una decisione, quella deve essere mantenuta non certo per sempre, ma almeno per quell’anno.
Le motivazioni sono molte, da una parte il rispetto per l’insegnante, dall’altro quello per i compagni che contano l’uno sull’altro e, non ultimo, imparare proprio cosa significhi prendere una decisione ed essere in grado di mantenerla. Viene da sé che il bambino non debba essere lasciato solo nella scelta, ma è necessario prendersi un po’ di tempo per ponderare insieme quali siano gli aspetti positivi e quali quelli negativi per poi giungere ad una conclusione pensata e cosciente.
Quello dello sport è soltanto un esempio, se ne potrebbero fare tanti altri come i percorsi presso un professionista (sia esso psicologo, logopedista, psicomotricista ecc,…), corsi estivi, corsi per imparare una lingua, …

L’obiettivo non è quello di obbligare i bambini a svolgere un’attività che non piace loro, quanto piuttosto a insegnare, con l’esempio diretto, cosa significhi assumersi le proprie responsabilità, nel piccolo dello sport così come nel mondo della scuola e in quello extrascolastico.
Imparare fin da piccoli cosa significhi assumersi la responsabilità aiuterà in futuro sia a prendere le decisioni ponderando bene ogni aspetto, sia a impegnarsi realmente e con dedizione in un ambito specifico, sia esso uno sport o la scuola, sia un ambito divertente che piace molto, sia un ambito meno divertente ma assolutamente importante come la scuola.

Curiosità

Bambini e Arti Marziali

Il ruolo delle Arti Marziali nello Sviluppo Psicofisico del Bambino (e dell’Adulto)

Come le Arti Marziali aiutino a sviluppare Attenzione e Autocontrollo

Le Arti Marziali sono discipline basate sull’inscindibile fusione di mente e corpo. Non sono una semplice ginnastica o una semplice attività sportiva. Sono qualcosa di diverso, qualcosa che va oltre. Ci sono molte tipologie di Arti Marziali, tutte accomunate da alcuni principi fondamentali quali un lungo percorso storico alle spalle, un significato psicologico profondo e uno scopo educativo.

L’attività corporea strutturata ha molti benefici sulla persona, sia a livello fisico, sia a livello psicologico. In modo particolare le Arti Marziali concorrono a migliorare l’autostima, a sviluppare la sfera emotiva e l’empatia verso l’altro, aiutano a sperimentare rapporti con i pari, la collaborazione per arrivare ad uno scopo comune, il rispetto delle regole sociali e la perseveranza.

Un aspetto da non sottovalutare per chi pratica arti marziali, e che le distingue dagli altri sport, è il rapporto con il Sensei. La parola Sensei consta di due parti: sen, che significa“prima” e sei, che significa “vita”. Il Sensei è, pertanto, qualcuno più avanti nel percorso della vita. E’ qualcuno che, attraverso l’insegnamento delle arti marziali stimola il progresso personale di ciascun allievo e lo fa nel Dojo (Do = via; Jo = Luogo). Il Dojo, non è una semplice palestra, ma un luogo dove ci si imbarca nel viaggio della scoperta, guidati appunto da qualcuno che vi è passato prima di noi.

In concreto…cosa aiutano a sviluppare le arti marziali?

Le arti marziali aiutano a:

– Sviluppare e potenziare le Funzione Esecutive e Attentive come l’allerta, ovvero la capacità di prestare attenzione fino al segnale di avvio e iniziare un’azione; il controllo della risposta, ovvero la capacità di monitorare quale sia il momento opportuno per agire; l’attenzione in tutte le sue declinazioni; il problem solving e la memoria di lavoro, in quanto è necessario ascoltare le indicazioni, elaborarle e tenerle a mente per metterle in pratica al momento giusto.

Gestire i conflitti della vita quotidiana, insegnando l’assertività.
Gestire i conflitti in maniera assertiva, significa essere in grado di gestirli evitando l’aggressività. Avendo la capacità di comunicare in maniera non aggressiva, ascoltare l’altro senza prevaricarlo e giungere ad una soluzione che sia il più favorevole possibile per entrambi.

Imparare rispetto e tolleranza verso i propri pari, sviluppando qualità sociali come l’empatia, la collaborazione, la responsabilità e la conoscenza dei propri limiti.

– Mantenere una condizione psicologica di rilassamento, che passa attraverso lo sviluppo dell’autostima e della respirazione. Tale condizione permette di non farsi sopraffare da emozioni negative e paure, tenendo sempre a mente chi siamo e i nostri obiettivi.

– Sviluppare la capacità di attendere una gratificazione, quindi della memoria prospettica che permette di immaginarsi lo scopo finale, anche se lontano nel tempo, e impegnarsi quotidianamente per un obiettivo che va al di là dei singoli allenamenti.

– Sviluppare la determinazione di impegnarsi in un percorso lungo e importante con la capacità di affrontare le difficoltà che, inevitabilmente, si incontrano durante la vita

– Sviluppare l’Autocontrollo, ovvero la capacità di gestire le proprie emozioni, i propri istinti, il proprio corpo e la propria mente.

Le Arti Marziali, permettono pertanto, se insegnate con criterio e con le giuste competenze, di sviluppare capacità sia dal punto di vista cognitivo, sia dal punto di vista affettivo e sociale. Diversi studi hanno infatti riportato come le Arti Marziali siano indicate anche per tutti quei bambini che hanno difficoltà di attenzione e di apprendimento.

Bibliografia:
Antonietti R., Educare al conflitto: il ruolo delle arti marziali.Stage Nazionale Aikido – Fesik e D.A. Diretto dal M. Dott. Michel Nehme – 24-26/9/10 Gaeta.
FACCIOLI, LUCIANO & ARDU, ELEONORA & Benso, Francesco. (2015). Funzioni Attentive Esecutive, gioco del calcio e apprendimenti. Difficoltà in Matematica Erickson Trento. 201 . 215.
Luccherino L. e Pezzica S., Sport e ADHD: un Campus Estivo residenziale per adolescenti con Disturbo da Defi cit di Attenzione e Iperattività.Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (2012), vol. 79: 467-478.